La lotta paga

LA LOTTA APPAGA! …e la storia continua

Oggi 27 novembre ’06 abbiamo ottenuto una piccola-grande vittoria.

 

Dal 23 Ottobre il comitato autonomo dei canili comunali è stato impegnato nella battaglia per il reintegro di Simona, delegata sindacale licenziata durante lo stato di agitazione per le gravissime violazioni della legge 626/94, pochi giorni dopo uno sciopero, con la scusa di portare al lavoro il proprio cane, gravemente malato.

 

Per noi lavoratori e lavoratrici dei canili comunali è stato veramente inaccettabile! Siamo arrivati ad un’azione forte, occupando l’assessorato al lavoro del comune di Roma, chiedendo l’immediato reintegro di Simona e il rispetto della sicurezza sul lavoro dei canili comunali.

 

Con le nostre mobilitazioni abbiamo ottenuto la revoca del licenziamento, disposto dall’Associazione Canili di Porta Portese nei confronti di  Simona,  e un tavolo tecnico che si terrà il 1 dicembre  tra Ufficio diritti animali, A.V.C.P.P., Assessorato al Lavoro e Osservatorio Comunale sul lavoro, che risolva il problema delle gravissime violazioni della  sicurezza sul lavoro.  A questo primo incontro ne seguiranno altri che dovranno entrare anche nel merito dei problemi sollevati dalle lavoratrici del gattile comunale di Porta portese: lavoro nero, continue violazioni della sicurezza sul lavoro, licenziamenti ingiustificati.

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Noi siamo tra le poche esperienze del terzo settore a Roma che è riuscita ad ottenere, attraverso le lotte, un contratto a tempo indeterminato. La nostra esperienza vuole parlare a tutti i precari e le precarie che ogni giorno rendono possibili i servizi sociali; che ogni giorno subiscono continui ricatti, contratti precari, intermittenza degli stipendi, mancanza di formazione professionale e sicurezza sul lavoro. Parliamo delle migliaia di lavoratori e lavoratrici del terzo settore che nella maggior parte dei casi sono delle solitudini che si scontrano contro l’associazione o la cooperativa di turno. Parliamo delle solitudini che si scontrano col Comune di Roma che gestisce i servizi pubblici attraverso appalti al ribasso e affidamenti clientelari e che si conferma uno dei principali precarizzatori. Parliamo anche degli organi competenti che dovrebbero vigilare sugli appalti e degli assessorati di riferimento, che spesso chiudono gli occhi per rendere “ricca”e governabile questa città. Dietro la polvere di stelle della Roma motore d’Italia, non esiste una città pacificata e compatibile. 

Contro i precarizzatori al governo di questo città, i precari e le precarie hanno dimostrato che sui diritti non si tratta.   

 

La nostra storia grida con forza che i soggetti che si attivano costruendo autorganizzazione riescono a ottenere attraverso le mobilitazioni e il conflitto le proprie rivendicazioni.   

 

Ringraziamo i precari e le precarie che nell’ultimo mese di mobilitazione hanno portato solidarietà attiva alla nostra vertenza, cooperando e cospirando insieme a noi.

 

IL LAVORO SI OPPONE COME UNA MORTE LENTA ALLA MORTE VIOLENTA, LA STESSA  MORTE CHE HA COLPITO I  4 OPERAI UMBRI.

Il nostro cuore, il nostro saluto e la nostra rabbia sono rivolti alle famiglie, agli amici e alle comunità locali di Tullio Mottino, Giuseppe Coletti, Maurizio Manini e Todar Vladimir, morti sul lavoro in un oleificio a Campitello sul Clitunno (Perugia).

Le strade di roma trasudano sangue.  Il sangue degli oltre 20 morti, solo nei cantieri, in appena dieci mesi. Un sangue invisibile che non fa notizia, non produce rabbia e neanche solidarietà. Non sono eroi perché non hanno divise mimetiche e non combattono per il petrolio. Il sangue di tutti quelli che non rientrano in nessuna statistica perché non hanno un contratto o semplicemente perché “il loro progetto di lavoro” non prevede la morte.

 

 

COMITATO AUTONOMO LAVORATORI E LAVORATRICI CANILI COMUNALI ROMA

USI/A.I.T.

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