LE FORMICHE ROSSE 4

LE FORMICHE  ROSSE 4
 

Questo scritto non ha bisogno di ulteriori commenti: l’amara realtà
dei fatti, anche se nascosta, è molto chiara e rende bene l’idea.
Buongiorno carissimi di Formica Rossa.
Innanzitutto volevo dire che l'idea di questo giornalino è fenomenale e molto
importante. Volevo proporvi di organizzare un incontro tra educatori / dipendenti di cooperative, in cui scambiarsi informazioni, esperienze, conoscere i nostri diritti e se si riuscisse organizzare un bel movimento che ci difenda e tuteli (cosa che le
cooperative, molte volte non fanno, se ne infischiano del lavoratore e degli utenti).
Io sono un’educatrice laureata in scienze dell'educazione; in 2 anni e mezzo di
lavoro sono già stata dipendente di 4 cooperative. Quest'ultima, da cui sono
assunta, è la meno tutelante. Faccio assistenza scolastica ad un bambino con forti
problemi comportamentali, difficoltà di concentrazione ed aggressività. Sono
inquadrata al quarto livello perché per comune, cooperativa e dirigente scolastico è sufficiente una persona diplomata.Peccato che sono stata assunta da poco, dopo che già 4 assistenti diplomate si erano licenziate. La cooperativa si è preoccupata di ricercare una laureata perché avesse le capacità di sostenere la situazione, pagandola però come una diplomata e senza tentare di parlare con comune o dirigente scolastico per mettere in chiaro la
situazione. (6,9 EURO LORDI ALL'ORA quando loro dal comune ne prendono 15).
Non vi dico poi gli altri casini “marginali”: quando il bambino è assente io perdo leore e le dovrei recuperare ma mi ostacolano in vari modi.

S.V.
Essere laureati e lavorare al 4° livello è un furto!
Talvolta gli assistenti scolastici senza titolo vengono inquadrati al 5°
livello ma tu, che sei laureata, dovresti essere al 6°.
Che fare allora? La prima cosa è quella di contattare e confrontarti
con i tuoi colleghi. Unirsi e cercare insieme di denunciare il
problema, ad esempio scrivendo e confrontandovi con il C.d.A. della
cooperativa. Eventualmente potete farvi sostenere legalmente […].
Noi stiamo dalla vostra parte. Per adesso possiamo dare a questa
situazione tutta la risonanza possibile, possiamo organizzare un
incontro pubblico su questo e su altri problemi cercando di
coalizzare più lavoratori possibili, possiamo confrontarci con alcuni
sindacalisti con cui siamo in contatto affinché si affronti il problema di
chi lavora nei servizi di assistenza e integrazione scolastica.
Indubbiamente per migliorare le nostre condizioni future e per far sì
che non ci siano più situazioni come questa, dobbiamo auto-organizzarci
e coordinarci come categoria in Italia rivendicando i
nostri diritti. Soltanto noi, uniti nella lotta, possiamo prendere in mano il nostro
futuro; gli altri soggetti, non coinvolti direttamente nel problema, non
sono interessati a migliorare le nostre condizioni.
La spinta in avanti possiamo darla solo noi!!
Nelle prossime due pagine vorremmo cercare di spiegare con parole
semplici un tema piuttosto complesso e attuale che ci riguarda molto
da vicino:

Il sistema pensionistico
Innanzitutto ricordiamo che fino al 31/12/1995 era in vigore, ai fini
del calcolo della pensione, il
sistema RETRIBUTIVO.
In cosa consisteva? Nel calcolare, secondo una media matematica, lo
stipendio medio degli ultimi anni lavorati, riducendolo poi di circa il
20%. Tale cifra determinava la propria pensione.
Dal 01/01/1996, con la legge n°335/95 (governo Amato), è
subentrato, su scala nazionale, il
sistema pensionistico
CONTRIBUTIV
O: la pensione viene ora calcolata sulla media dei
contributi che ognuno versa nel corso della propria vita lavorativa.
Più contributi ti vengono versati dall’azienda, più pensione
percepirai.

Il salario convenzionale
Introdotto per alleggerire fiscalmente le cooperative, il salario
convenzionale permette a queste di versare al socio contributi
previdenziali minori (inferiori al 100%) perché calcolati non sulla
retribuzione reale, ma su una somma “convenzionale” (ovviamente
minore) stabilita dalla legge.
In poche parole se un lavoratore dipendente lavora 100 ore, riceve
un versamento previdenziale (pensione) calcolato sulle 100 ore.
Un lavoratore di cooperativa (solo se è socio), che lavora
ugualmente 100 ore, può avere un versamento previdenziale anche
calcolato sulla base di 50 ore grazie all’applicazione sistema
“convenzionale”.
Conseguenze principali:
1. Se hai lavorato ad esempio per 40 anni, all’I.N.P.S. risulta invece
che ti hanno versato i contributi per 20 anni (metà dei versamenti
pensionistici) e la tua pensione sarà a “part-time”. 2. L’applicazione del salarioconvenzionale è una libera scelta: ci
sono coop che lo applicano, risparmiando sui costi del personale, e
coop un po’ più rispettose del lavoratore, che non lo applicano.
In una gara d’appalto basata spesso sul “gioco al ribasso”, chi si
aggiudicherà il servizio?
Chi è più rispettoso dei lavoratori, o chi fa il prezzo migliore, anche
perché spende la metà per i contributi previdenziali dei soci? […]
La contraddizione è che in un periodo in cui le Cooperative hanno
persino i quattrini per tentare la scalata ad una banca (UNIPOL
insegna) a noi soci-lavoratori tagliano i salari e i contributi
previdenziali…che beffa!!
Problematiche attuali
Le cooperative nacquero in un contesto di forti slanci solidaristici e
per questo vennero sostenute dalle politiche sociali anche attraverso
alleggerimenti fiscali come il salario convenzionale. Nell’attuale
contesto economico, questo è diventato un puro taglio del costo del
lavoro e un mezzo di concorrenza sleale per accaparrarsi appalti.
Il disegno di legge 423/2001 prevedeva l’annullamento graduale del
“convenzionale” entro il 31.12.2006.
Dopo due proroghe, l’ultimo emendamento sembra proporre
l’ennesimo rinvio al 31.12.2009.
(per approfondimenti cfr. DPR 30/05/1955 n°797; DPR 30/04/1970 n° 602; DLG
03/04/2001 n°142; DLG 06/11/2001 n°423)
Come si fa a capire se ti applicano il “convenzionale”?
Prendi la busta paga e controlla la voce su cui viene calcolato l’8.89%
(di solito è nominata “Ritenuta Sociale Fap”). L’imponibile su cui si
calcola tale percentuale deve corrispondere allo stipendio lordo (di
solito nominato “retribuzione totale” nella casella in alto).
Se l’importo del Fap corrisponde a circa la metà del lordo
 significache ti applicano il “convenzionale” al 50%. Ed ecco  svelato lo scippo!

 

 
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3 Responses to LE FORMICHE ROSSE 4

  1. marco says:

    piena solidarietà e comprensione all’educatrice. Anche io sono un’educatore scolastico, dipendente di una cooperativa, già da alcuni anni e credo che non è più possibile accettare le continue ingiustizie da parte dei nostri datori di lavoro. Arroganza, maleducazione, superbia e tanto altro ancora… E non parliamo di stipendi, al di sotto del livello di sopravvivenza…

  2. Maurino Mauro says:

    Non ritengo corretta l’impostazione: solo perchè laureata non va bene la retribuzione? Che cosa vuol dire? Parliamo del valore del lavoro, non dei titoli che le persone hanno. In fondo bisognerebbe ricordare a chi si è laureato che in parte i costi della sua laurea sono stati sostenuti con le tasse di una buona fetta di società che non si è potuta permettere di studiare. Affianco al suo sudore intellettuale va ricordato il sudore di chi, ignorante ha pagato il conto, ben superiore a quello che viene affrontato con le tasse universitarie.
    Sono un presidente di cooperativa, e sinceramente trovo stucchevole chi viene a chiedere soldi perchè è laureato e non perchè fa un lavoro che richiede maggiore attenzione sociale. Per quanto riguarda quanto incassa la cooperativa, posso dirvi che prendere 15 euro all’ora non consente di dare molto di più del 4° livello. Il problema è nel manico, sinchè non spunteremo prezzi migliori a poco serviranno discussioni tra operatori e cooperative. LA differenza tra 15 euro e 6,90 euro lordi non è ciò che appare, il costo minimo aziendale che quella cooperativa affronta è di 12,80 euro senza contare IRAP, costi finanziari e altri oneri. Secondo le tabelle ministeriali il costo di un operatore al 4 livello è al sopra dei 15 euro all’ora.
    Quindi non vi è dolo in ciò che leggo, forse incapacità di far comprendere, rendendo trasparenti i costi. Non so se è comprensibile ciò che affermo, ma sono disponibile a chiarire nel caso qualcuno fosse interessato.
    Il furto a cui si fa riferimento non è ai danni di un’operatrice laureata (come se chi non avesse una laurea fosse meno degno, portatore di meno diritti e meno ambizioni) ma è grave che la nostra società destini risorse marginali per chi si occupa dei marginali.
    Mauro Maurino

  3. susan says:

    EBBRAVI BlOGGER

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