Il governo e l’umanizzazione dei CPT

Il governo e l’umanizzazione dei CPT

Intervista ad Alessandro Dal Lago, Università di Genova

"La mia impressione è che questo governo in questo momento stia seguendo la politica dei governi precedenti che si differenziavano più per accentuazioni di durezza che non per linea politica".
Il sociologo autore di "Non-persone" commenta le attuali politiche migratorie italiane, sostanzialmente identiche alle precedenti, e, nello specifico, il mantenimento dei centri di permanenza temporanea, costosissimi, attraverso i quali in realtà "i contribuenti pagano il mantenimento delle proprie paure, pagano per essere rassicurati in un meccanismo tautologico".
I CPT quindi come dispositivi capaci di mettere a valore politicamente questo "sistema di paranoie pubbliche" oltre che, congiuntamente a tutto il meccanismo delle frontiere dell’erogazione dei permessi di soggiorno, vere porte di ingresso per lo sfruttamento e la produzione continua di "una nuova popolazione di schiavi".
In questo panorama, la gestione di questi centri da parte di enti pseudo-umanitari è una vergogna intollerabile, specie se le cooperative in questione provengono da una storia laica e "di sinistra", come nel caso della Cooperativa Minerva che gestisce il Cpt di Gradisca d’Isonzo.

Noi vorremmo analizzare con te le azioni di questo governo in relazione ai cpt e alle politiche migratorie in genere.
La mia impressione è che questo governo sia del tutto disinteressato in questo senso.
Mentre in qualche modo, non nel programma dell’Ulivo ma nei discorsi pre-elettorali, c’erano state le prese di posizione dei presidenti della regione di centrosinistra contro i CPT, di Rifondazione e di un sacco di partiti, la mia impressione è che adesso questo governo e le forze che lo appoggiano abbiano lasciato cadere questi aspetti e che Amato stia fondamentalmente prendendo tempo. Primo perché circa un mese fa, il 28 settembre, ha dichiarato che non ha alcuna intenzione di chiudere i centri, e di questo non dubitavo conoscendo il personaggio, e secondo, per quanto riguarda la commissione De Mistura, mi sembra pura finzione nel senso che non c’è bisogno di una commissione per stabilire cosa succede nei cpt.
Sia la stampa che le inchieste di Gatti che quelle a cura dei movimenti antirazzisti hanno ampiamente documentato che i cpt sono quello che sono.
Quindi la mia impressione è che questo governo in questo momento stia seguendo la politica dei governi precedenti che si differenziavano più per accentuazioni di durezza che non per linea politica. Mi sembra che fondamentalmente la linea politica sia sempre quella.

Quindi questo superamento dei CPT tanto blaterato prima delle elezioni che cosa significava alla fine?
Non lo so cosa significava! Te lo dico sinceramente, secondo me era un modo per procurarsi voti nei settori non necessariamente antagonisti o radicali ma anche in quelli pacifisti o legati ai diritti umani. Una volta avuti questi voti, le elezioni sono andate come sono andate, la questione è stata completamente lasciata cadere.
L’atteggiamento del governo su queste questioni è sconcertante anche se prevedibile, quindi il problema è u po’ questo. Cosa voleva dire superare i cpt? Voleva dire superare la gestione emergenziale delle migrazioni, quindi voleva dire tante cose: voleva dire impostare la questione del diritto d’asilo, voleva dire impostare la questione della cittadinanza di cui Amato ha parlato in generale ma senza stabilire un calendario e io dubito fortemente che la questione possa andare in aula nei prossimi mesi.
Significava anche impostare un rapporto con i migranti e con la loro sicurezza perché nessuno parla mai del fatto che la sicurezza dei migranti è continuamente minacciata per la sola esistenza di sistemi di controllo delle frontiere, insomma voleva dire capovolgere tutto questo e partire da una considerazione molto banale: se si parla di 20/25000 clandestini all’anno si parla di cifre ridicole, irrisorie, vorrebbe dire in 10 anni 250000 persone, due milioni e mezzo in 100 anni, questa cifra non sarebbe neanche sufficiente a contrastare il declino della popolazione. Quindi mi sembra che dietro tutti i discorsi di Amato ecc. ecc. ci sia la volontà di non fare assolutamente nulla per tutta una serie di motivi di cui se vogliamo parliamo…

Ma anche in relazione alle cifre che ci hai appena dato quale potrebbe essere allora la reale funzione di questi luoghi che, ricordiamolo, sono costosissimi e non servono nemmeno poi alle ciniche funzioni dichiarate cioè quelle dell’espulsione di questi migranti che passano dentro i Cpt.Quindi secondo te il ruolo vero di queste istituzioni oggi nella nostra società, qual è?
Il ruolo è duplice: verso l’interno servono a dare un’offa, una focaccetta ai settori xenofobi, alla lega, per dare l’impressione insomma che si faccia qualcosa; all’esterno, sono strumenti di disciplinamento e di impaurimento secondo me, perché il loro scopo è minacciare in quanto non servono a nulla, come dicevi, dal punto di vista delle proclamate politiche di espulsione poiché noi sappiamo che solo una minoranza poi vengono espulsi di fatto, benché la questione sia dubbia perché molti vengono espulsi senza neanche passare dal sistema dei cpt nazionali ma direttamente da Lampedusa come è successo l’anno scorso.
Però insomma, a parte quello, è evidente che non servono a espellere ma servono impaurire e a mantenere in una posizione subordinata come tutte le politiche migratorie degli ultimi anni.
Quindi questa è la loro funzione essenziale. Sono costosissimi, e i contribuenti che cosa pagano?
Pagano il mantenimento delle proprie paure, pagano per essere rassicurati in un meccanismo tautologico: questi cpt servono a sfruttare la paura e a tenerla in caldo in modo tale che si possa sfruttare politicamente questo sistema di paranoie pubbliche.

Potremmo anche aggiungere, visto che in questi giorni si parla tanto di mercato del lavoro e di precarietà, che forse un altro ruolo che potremmo dare a questi posti è anche in relazione alla produzione di persone marchiate di clandestinità praticamente ab aeternum che poi vanno a incrementare le fila dei lavoratori a nero…
Sono assolutamente d’accordo perché il solo fatto di essere passati nei cpt e di essere nella realtà non espulsi, perché più della metà di coloro che passano nei cpt restano in circolazione, vuol dire che nel paese ci sono persone che non hanno commesso reati, che hanno rischiato la pelle per guadagnarsi la vita qui -nessuno queste cose le dice se non delle minoranze ma qui stiamo parlando di persone che rischiano la pelle per vivere, siamo arrivati a questo – e in più vanno nei cpt, sono entrati nei file delle polizie varie eccetera, e quindi che cosa si pretende che facciano?
Se gli va bene vanno a ingrossare le fila del mercato del lavoro a nero semischiavistico,sottopagato.
Ora io non so se questo possa essere un obiettivo esplicito del governo, ma di fatto la funzione che il sistema delle barriere di frontiera ottiene è esattamente quella di produrre una popolazione di schiavi.
Che poi finiscano nelle strade come prostitute nel caso delle donne oppure nei cantieri nel caso degli uomini, i cpt sembrano proprio delle porte di ingresso per questi mondi.

Il ruolo dell’umanitarismo di questi enti gestori che in realtà si arricchiscono moltissimo all’interno di questi posti, qual è?
Innanzitutto non sono enti umanitari ma pseudo-umanitari perché mi ricordo benissimo che a suo tempo la Caritas dopo piccolissimi tentennamenti iniziali ha rifiutato di gestire queste cose e secondo me qualunque ong seria dovrebbe rifiutarsi con sdegno di partecipare a questi sistemi di illegalità. Poi il ruolo è un po’ quello di guadagnare, l’hai detto tu stessa, però le questioni sono anche più complesse, c’è la storia di Gradisca che io trovo che sia una vergogna.
Ora io non ho dati recenti, ma il fatto che ci siano delle cooperative laiche o di sinistra che partecipano a questi fatti per me è una vergogna.

Le cooperative rosse cosiddette….
E’ una vergogna profonda proprio per le loro origini.
Io so poi in base a una certa documentazione che questo ha provocato sconquassi, ma a me i problemi psicologici degli operatori che ci vanno sembrano francamente risibili di fronte all’indecenza di un comportamento del genere.
E il loro ruolo è il solito ruolo del solito governo italiano… se pensiamo che l’inutile e insensata gestione di queste differenze poi si traduce in milioni di euro all’anno di spese… non voglio fare il discorso dei costi eccessivi perché non mi sembra che il problema sia lì, il problema è che in questi luoghi vengono violati i diritti umani elementari e questi sono una lacerazione dell’apparente sistema democratico, dovremmo ricordare a tutti che i campi ormai sono 150 in tutta Europa e noi oggi non sappiamo nulla di cosa succeda in Russia oppure negli altri paesi limitrofi quindi il discorso dovrebbe essere allargato a un sistema di gestione della violazione dei diritti umani da parte degli stati occidentali.

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3 Responses to Il governo e l’umanizzazione dei CPT

  1. anna says:

    Perche no?

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