HAPPY END, Musica dalla commedia.
Libretto originale di Dorothy Lane (Elisabeth Hauptmann e Bertolt Brecht)
Musica di Kurt Weill
Ossia:
Funerario Lieto Fine in Atto Unico di Kurt Weill – Matteo Pennese
– Prologo, Bilbao – Song, Il piccolo sottotenente de buon Dio, Marcia!
– Funeraille Musique numeri I, II, III.
– Fratello, svegliati!
– Funeraille Musique numero IV.
– Su, non temer.
– Funeraille Musique numero V.
– Negli anni dorati della nostra gioventù.
– Funeraille Musique numero VI.
– Il sogno del mercante di liquori, Mandelay Song.
– Funeraille Musique numero VII.
– Surabaya-Johnny, La canzone del capatosta, La ballata di Lily dell’inferno.
– Funeraille Musique numero IX, X.
Son of Mr. Green Genes di Frank Zappa,
arrangiamento per l’orchestra di Michele Ferrara
Tableau dalla produzione originale, Berlino 1929.
La vetrata istoriata mostra da destra a sinistra Henry Ford, J.P. Morgan, and John D. Rockefeller
Orchestra Decorati al Valor Civile:
Cristina Mariniello flauto, Paolo Vasino clarinetto,
Massimo Izar sax contralto, Federico De Zottis sax baritono,
Matteo Pennese e Andrea Carminati tromba,
Michele Ferrara trombone, Marco Aliverti percussioni,
Sara Calvanelli fisarmonica,
Clodiana Fuga Pileggi e Raffaele Battista voci,
Francesco Grigolo direttore.
L’orchestra Decorati nasce nella primavera del 2005, in occasione di una collaborazione tra gli allievi e i docenti del centro educazione musicale “Decorati” e la scuola d’arte drammatica Paolo Grassi. Si trattava di eseguire le musiche della commedia “happy end”, di E. Hauptmann e B. Brecht, accompagnando gli allievi attori che, oltre a recitare, cantavano.
Il particolare organico richiesto da Kurt Weill, composto da flauto, clarinetto, sax, trombe, trombone, bandoneon – fisarmonica e percussioni, esprimeva una gran parte delle classi di strumento presenti nel nostro centro, e apriva agli allievi un’esperienza con un repertorio piacevole, storicamente vicino a noi, stimolante sia dal punto di vista culturale che sotto il profilo esecutivo.
Da qui l’idea di proseguire l’esperienza di questo peculiare ensemble, lavorando sul repertorio e sulla sua sonorità “moderna”.
Recital di canzoni, nate tra il teatro e il cabaret, nello stile drammatico e graffiante tipico dell’epoca, gli anni trenta del secolo passato, e del contesto, la germania declinante il nazismo; le lega fra loro non la commedia, il testo, ma un filo rosso di musiche “funerarie”, dolci e leggere. Nessuna premeditazione, un accostamento casuale, solo aggiustato alla bisogna per farlo “girare” con semplicità.
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