ESPERIENZE NAPoLETANE

ciao a tutt@

…esprimo tutta la mia solidarietà ai lavoratori del baby care e della 328, e degli altri servizi tagliati e a rischio di continuità.

 

La mia condizione però è differente, le 14 mensilità arretrate che aspetto ansiosamente (sulle quali non smetto mai di fare sogni mercificatissimi) sono determinate dalla scelta della onlus per cui lavoro (il sottoscritto ne è stato uno dei principali proponenti, tra l'altro…), di non pagarci lo stipendio per garantire il servizio che svolgiamo, finanziato solo per il 29% dal comune di Napoli.

L'obiettivo è semplice: sopravvivere, nella speranza di crescere, nella speranza che non sarà sempre così, intanto però gli anni passano ed io faccio questa vita da 14 anni…

L'obiettivo è semplice: sopravvivere, nella speranza di crescere, nella speranza che non sarà sempre così, intanto però gli anni passano ed io faccio questa vita da 14 anni…

 

Credo che quella dei "sacrifici" sia una scelta che molte cooperative sociali ed onlus hanno dovuto fare nel corso degli ultimi anni, quando i servizi sociali sono diventati oggetto di una "liberalizzazione" che non è ancora terminata (ma il futuro è radioso, meglio mettere gli occhiali da sole!), le cui linee di tendenza vanno verso una sempre più sostenuta concentrazione della gestione dei servizi, a vantaggio delle organizzazioni "sociali" che hanno maggiore accesso al credito, maggiore capacità di anticipazione finanziaria, maggiore capacità di adeguamento strutturale e professionale…etc…etc…

Quello che succede qui non è una novità, è già successo nel mondo anglosassone negli anni '80, e la ragione è facile a capirsi: agli enti pubblici così i servizi costano meno, i lavoratori non vengono assunti direttamente nell'ente pubblico, la qualità dei servizi stessi è sicuramente migliore, maggiore controllo sui lavoratori, etc…etc…

 

Insomma, volendo potremmo (tutti!) vederci come una grossa categoria di "embedded", finalizzati a gestire il disagio ed i bisogni, a partire dal disagio stesso che viviamo, motore di una dinamica sociale e complessa nella quale siamo al tempo stesso sia servi che "padroni", una specie di prototipo della capitalizzazione dei servizi sociali, non ancora un mercato si badi bene, ma sicuramente un'area di interesse per il capitale, in tutte le sue forme, in tutte le sue dinamiche, in tutte le sue facce…

 

Ma oggi mi sento buono e non voglio fare polemiche, tra l'altro dico sempre che è meglio avere un padrone laico (magari anche un poco un poco di sinistra) che gesuita o ciellino (andate a vedere per tirarvi su di morale in lombardia chi gestisce i servizi sociali)…tra l'altro mi fa ancora più pena un assessore di Rifondazione che crede di poter essere in grado di gestire un processo così complesso e (letteralmente) inesorabile…essendo egli stesso un attore di questo gioco, con l'ambizione di poterne gestire una (piccola) quota…

 

E d'altro canto, però, perchè non condividerne la logica generale?

Meglio lavorare parcellizzati?…Prendendosi per il culo con i "sacrifici" per un futuro migliore?…magari con la prospettiva di uno stipendio da 900 euro però "regolare"?…
…perchè poi alla fine, dopo anni di "culo" qualcun altr@ deve fare il lavoro che mi sono costruito "io", costruendomelo con le mie mani?…per cadere davanti un qualsiasi bando di gara, dove il meccanismo selettivo ieri si chiamava "solidità finanziaria", oggi "stabilizzazione lavorativa" e magari domani essere o non essere una S.p.A.?

 

…comunque è meglio che mi fermi qui, ognuno credo abbia la sua opinione, e a me interessava solo esprimere una solidarietà incondizionata, perchè la condizione dovrebbe essere un'altra: quella di dire che tutta la bugia della sussidarietà, della (auto?)gestione diretta dei bisogni, della cooperazione sociale, delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale, etc… ha veramente fatto il suo tempo ed è forse tempo di decidere veramente se dobbiamo ingerire la pillola rossa o quella blu…

…oppure il tasto "reset"…

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